Novità all'orizzonte in ambito Food & Beverage vista l'ormai prossima entrata in vigore del EU-Canada Comprehensive Economic and Trade Agreement – CETA, un accordo commerciale ed economico che impatterà fortemente sul mercato agro-alimentare canadese ed europeo.

L'accordo, lungamente negoziato, è stato stipulato il 30 ottobre 2016 tra l'Unione Europea e il Canada e il 17 febbraio scorso il testo è stato approvato dal Parlamento Europeo. Grazie a tale voto il testo è entrato in vigore in via provvisoria, tuttavia dovrà essere ratificato dai singoli stati membri (la Lettonia è l'unico paese UE che ha già provveduto a tale ratifica) per produrre i propri effetti.

Il 27 giugno 2017, la Commissione esteri del Senato della Repubblica Italiana ha approvato con Atto Senato n. 2849 la ratifica del CETA. In data 16 maggio 2017 Il trattato ha ricevuto il royal assent, ultimo step del processo legislativo canadese, da parte del parlamento di Ottawa. La data non ufficiale di implementazione è prevista per il 1 luglio 2017.

Il CETA copre un ampio spettro di tematiche e consentirà, inter alia, l'eliminazione del 99% dei dazi commerciali, l'apertura del mercato canadese dei servizi e l'accesso agli appalti pubblici canadesi per le aziende europee.

L'accordo, inoltre, incorpora alcuni dei principi cardine dell'ordinamento comunitario quali la tutela della proprietà intellettuale e delle denominazioni geografiche di origine protetta, l'imposizione degli standard comunitari europei in termini di sicurezza alimentare (es. hormon-free e GMO-free) e la tutela degli investimenti.

In materia di risoluzione delle controversie, il CETA introduce un innovativo sistema giudiziario per la protezione degli investimenti (ICS). Tale sistema si differenzia rispetto ai tradizionali sistemi di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato (ISDS) grazie alle proprie caratteristiche di pubblicità, stabilità (l'organo giudiziario avrà carattere permanente e non temporaneo), trasparenza (udienze aperte al pubblico con obbligo di motivazione delle decisioni) e professionalità delle cariche (tribunale pubblico composto da giudici togati indipendenti).

Lo spazio per il commercio libero creato da questo accordo unirà 36 milioni di canadesi e 508 milioni di europei. Attualmente la bilancia commerciale tra Europa e Canada è stabile a 64 miliardi di Euro con una media annuale di aumento dell'esportazione pari a circa 2.9%. A livello nazionale l'Italia esporta merci e servizi in Canada per un valore pari a più di 5 miliardi e ne importa per circa 2. Questi numeri sono destinati a crescere, in particolare a seguito dell'entrata in vigore del CETA.

Tra i settori più interessati dall'accordo vi è il settore agro-alimentare. L'Italia è il secondo più grande esportatore verso il Canada nel settore alimentare e attualmente esporta beni per circa 530 milioni, 300 milioni dei quali derivano dalla vendita di vino. Nell'arco di 7 anni dall'entrata in vigore del CETA verrà rimosso il 90% dei dazi del settore e saranno aumentate proporzionalmente, le quote duty free.

Come già anticipato questo non significherà un abbassamento degli standard di sicurezza alimentare in quanto le merci scambiate dovranno essere conformi alle regolamentazioni e agli standard europei, inclusi quelli fitosanitari. Il made in Italy, conosciuto ed apprezzato nel mondo, troverà il suo degno riconoscimento in territorio canadese anche grazie alla tutela e all'individuazione di 41 indicazioni geografiche protette italiane (tra cui ad esempio il prosciutto S. Daniele, il formaggio Asiago e l'aceto balsamico di Modena).

In ambito wine & beverages, il CETA incorpora ed integra il 2004 EU-Canada Wines and Spirits Agreement, apportando alcune modifiche, in melius, quali la limitazione numerica delle attività commerciali (nelle province dell'Ontario e della Columbia Britannica) dedite alla vendita esclusiva di prodotti autoctoni su suolo canadese, il divieto di imporre una quota di prodotto locale canadese da mescersi con il prodotto importato (permettendo quindi ai produttori europei di esportare e vendere prodotti IGP) e un rinnovato calcolo dei c.d. costi di servizio applicato in base al volume di liquido alcolico importato.

In conclusione il CETA si propone come uno strumento a favore delle piccole e medie imprese italiane che hanno interessi commerciali con il Canada – ad oggi circa 13mila – in particolare modo se attive nel settore agro-alimentare. Resta solo da attendere l'entrata in vigore delle previsioni provvisorie di efficacia immediata del trattato e l'approvazione del testo nella sua interezza a livello nazionale.

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