Regole e strategie (vincenti) per il food online

Sfruttate dalle imprese nella distribuzione dei prodotti per l'alto potenziale e i costi contenuti, le vendite online richiedono norme precise per garantire sicurezza e trasparenza alle transazioni. Il settore agroalimentare non è estraneo a questo fenomeno. Ma presenta criticità e specifiche esigenze

L'evoluzione tecnologica ha accelerato oltremodo il processo di globalizzazione proiettando nella nostra quotidianità prodotti di ogni genere e provenienza, stimolando le nostre scelte, facilitandone l'acquisto e la ricezione. La vendita on line ne è la più concreta manifestazione, ove l'accesso è libero, le informazioni facili da recepire e le transazioni rapide. Tuttavia vendere cibo su internet non è come vendere libri, e ciò in primo luogo per ragioni dettate dalla tipologia dei prodotti (secchi o freschi) e da esigenze di sicurezza. L'intensificazione degli scambi commerciali a livello globale e l'utilizzo di nuove strategie per la promozione e la distribuzione dei prodotti, hanno aumentato notevolmente il rischio di decisioni commerciali non sufficientemente libere e consapevoli. Ciò ha determinato, anche in ragione delle caratteristiche impersonali ed anonime degli scambi, la necessità di prevedere obblighi informativi e regole per garantire la fiducia dei consumatori rispetto ai processi di produzione e di distribuzione, al fine di poter effettuare scelte consapevoli sulla base delle caratteristiche degli alimenti e della qualità da questi espressa.

NUMERI E PLAYERS

Il mercato on line riservato al food è in costante evoluzione con ampi margini di crescita: sistema di acquisto B2C (Business to consumer), distribuzione, delivery, sono oramai entrati anche nel nostro mercato. Nel 2017 in Italia il segmento online Food&Grocery valeva 812 milioni di euro (più 37% rispetto al 2016), senza considerare le vendite da siti italiani a consumatori italiani e stranieri, ove il giro d'affari raggiunge gli 892 milioni di euro.

STRATEGIE DI DISTRIBUZIONE

Il sistema della vendita on line esige il rispetto di regole che garantiscano la sicurezza del prodotto, la sua tracciabilità (reg. 178/02) e la tutela del consumatore con riferimento alle informazioni che accompagnano il prodotto (reg. 1169/2011) e alle regole della vendita a distanza, affinché la scelta dell'alimento sia pienamente consapevole. Regole di sicurezza che si riflettono in precise indicazioni per i consumatori e in norme contrattuali che a monte regolano i rapporti tra le imprese coinvolte nella filiera.

Acquistare sul web come al supermercato è possibile? La questione investe anche i rapporti B2B (Business to business) ed evoca una recente decisione della Corte di Giustizia (C-289/16) sul divieto di esenzione dagli obblighi della regolamentazione europea in materia di controlli per le vendite in internet di prodotti biologici. Tale decisione, ancora una volta, è ferma nel negare valore ad un'interpretazione che trasformerebbe un'eccezione (concepita per casi ben determinati e limitati, sia in riferimento al numero che alla rilevanza economica) in una deroga al sistema di controllo per un'ampia parte delle vendite on-line. Ecco, dunque, un possibile volano da seguire per gestire correttamente il fenomeno: la sua puntuale regolamentazione attraverso un tessuto contrattuale puntuale e preciso e, conseguentemente, l'improcrastinabile adeguamento da parte degli operatori del settore.

Originally published in Forbes Insights, June 2018

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