È' ormai a tutti nota la volontà del Governo Renzi di abolire la norma ex art. 18 della L. n. 330/1970 che prevede la c.d. tutela reale in ipotesi di licenziamento illegittimo del lavoratore, stabilendone la reintegra nel luogo di lavoro.

Già la legge Fornero del 2012 ha tentato, ai fini di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, di smussare il tenore dell'art. 18, limitandone l'ambito d'applicazione. Tuttavia, la giurisprudenza, di fatto, ha continuato ad ordinare la reintegra del lavoratore nella maggior parte dei casi di accertamento della illegittimità del licenziamento.

Il clamore suscitato dalla prima versione del Jobs Act del Governo Renzi, ha indotto quest'ultimo a riformularne il testo, per il primo passaggio al Senato. Tuttavia, il maxi emendamento presentato, seppur non faccia più espressa menzione dell'art. 18 contiene, in realtà, deleghe ampie e generiche al Governo che lasciano presagire la possibilità di un suo intervento futuro in materia ed in quale direzione ('tutela crescente').

La questione non sarà certamente di pronta e facile soluzione, dato che vede schierati, da un lato, le organizzazioni sindacali che si oppongono (politicamente, n.d.r.) alla riforma, temendo un eccessivo uso discrezionale del licenziamento da parte dei datori di lavoro; dall'altro, gli imprenditori e buona parte della dottrina, che accolgono invece con favore l'abolizione della norma, nell'ottica di garantire maggiormente il principio di libertà di iniziativa economica delle imprese ed il principio di meritocrazia in ambito lavorativo.

Di fatto, ad eccezione delle fattispecie di licenziamento discriminatorio, l'eliminazione della reintegra del lavoratore imposta al datore, nell'attuale difficile contesto economico italiano, potrebbe agevolare i nostri imprenditori e le attività economiche che, mai come in questo momento storico, riuscirebbero a trovare uno spiraglio di salvezza contando proprio sulla efficienza della forza lavoro, in un'ottica di maggiore meritocrazia individuale.

Sicuramente, sulla base della promessa di Renzi di non cedere alle pressioni, sarà opportuno pianificare in anticipo l'impatto di tale riforma, non solo con riferimento all'art. 18.

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